Se non corri non è la fine del mondo

Il governo Conte dovrà adottare ulteriori misure di restrizione rispetto ai provvedimenti già in corso

 

Il 62% degli italiani ritiene che le misure attuate dal governo per combattere il nuovo coronavirus siano efficaci o abbastanza efficaci (fonte Corriere). Un trend in grande crescita rispetto ai primi complicati giorni dell’emergenza. Ma una piccola parte degli italiani sembra non condividere alcune restrizioni. In particolar modo riguardanti lo svolgimento di attività motorie all’aperto. Infatti, sebbene il governo (supportato nell’elaborazione dei provvedimenti restrittivi da un apposito comitato scientifico), non abbia mai esplicitamente vietato la corsetta individuale, molti sindaci si sono trovati costretti a dover chiudere i parchi cittadini poiché eccessivamente frequentati. Riscuotendo il plauso del Presidente Conte, ma anche le lamentele di molti “sportivi”, sia abituali che improvvisati.

 Ebbene, è comprensibile il disagio di chi era solito fare sport all’aria aperta. Una abitudine che andrebbe sicuramente presa come modello, da tutti. D’altronde, la possibilità di continuare questo tipo di attività (seppur con i limiti distanziali ormai noti a tutti), rientrava nelle misure orientate a non infierire oltre sulla psicologia dell’individuo, già messa sotto stress per tutte le abitudini che bruscamente gli italiani hanno dovuto modificare e sopportare.

 Ma in moltissime città, da Siracusa a Milano, l’attività motoria è sfociata in un momento di abuso collettivo e quindi di pericolo. Anche perché sembrerebbe che gli sportivi abbiano scelto appunto i parchi pubblici, e non gli ambienti disponibili nei pressi del proprio domicilio, come era stato imposto. Ragion per cui, il governo si troverà probabilmente costretto a vietare del tutto anche questa attività.

 Una scelta sofferta, ma che noi condivideremo, con buona pace dei podisti italiani. In fondo, è anche vero che tutti abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa, non di certo solo gli sportivi. Per non parlare dei milioni di italiani che hanno dovuto rinunciare all’abitudine di andare a lavorare. Sì, quella bella abitudine che si traduce nel portare i soldi a casa a fine mese. Beh, sapete una cosa? Alla fine di tutto questo, tutti gli sportivi potranno ricominciare a fare attività motoria all’aperto. Ma non è altrettanto scontato che tutti avranno ancora un lavoro, sebbene il governo italiano (e adesso tutti i governi del mondo), stiano facendo il possibile per evitare anche questa catastrofe. Quindi, ribadiamo l’importanza di sacrificare ognuno qualcosa, per tornare alla normalità il prima possibile. Nessuno ci sta chiedendo di rimanere chiusi in casa per sempre.

 E a chi dice che correre è meno pericoloso di mettersi in coda a fare la spesa, rispondiamo che se non si va a comprare cibo, si muore di fame.

 

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