Ospedale: l’indignazione verso il DG dell’ASP non basta

Lo diciamo subito, onde evitare equivoci: anche noi siamo indignati per quanto visto, e udito, durante la puntata di Report di lunedì scorso. Chi non lo è?

Un minuto dopo la conclusione del servizio «Le Covidiane», a Siracusa sembrava esser tornati ai tempi del «caso Gettonopoli», quando il MoVimento 5 Stelle locale “sputtanò” urbi et orbi il Consiglio Comunale, con l’accusa di aver intascato molti più soldi del necessario; seguì una forte e diffusa indignazione.

Ma attenti alla domanda: cosa ha provocato, stavolta, l’indignazione dei siracusani?

Report è una trasmissione che dal 1994 propone inchieste giornalistiche inerenti società, ambiente, economia, politica, salute. Lo fa utilizzando una sana retorica capace di catturare l’attenzione del telespettatore. La stessa del servizio in questione, in cui è stata documentata un’attenta cronologia dei fatti, al termine dei quali è giunta la morte (che sarebbe ricondotta al Covid-19), del direttore del parco archeologico Calogero Rizzuto e della sua collaboratrice Silvana Ruggeri. Di tali eventi si vociferava molto in città da diversi giorni, ma dopo il servizio televisivo, l’indignazione ha raggiunto livelli altissimi.

Cosa ha fatto la differenza?

Innanzitutto il terreno su cui si è svolta l’inchiesta, ovvero il palco nazionale di Rai3, e poi, senza alcun dubbio, le dichiarazioni del Direttore Generale dell’Asp di Siracusa, Ficarra. O meglio, non tanto le sue dichiarazioni, ma il modo in cui le ha esternate.

I cittadini che, incollati alla TV, si aspettavano dal Ficarra una qualche spiegazione rispetto alle accuse mosse all’ASP da lui diretta, hanno invece riscontrato un atteggiamento da molti ritenuto spocchioso, antipatico, privo di argomentazioni, e dunque tacciato come irrispettoso verso defunti e congiunti.
Ci vien da dire che se il Direttore intervistato, anziché limitarsi a rimandare la questione al tribunale (come spesso accade in questi casi), si fosse approcciato con toni più collaborativi, forse tale livello di indignazione non sarebbe sorto.

Dunque se da una parte la rabbia dei cittadini è giustificabile, dall’altra temiamo possa rivelarsi un fuoco di paglia.

Ma non se si scava più a fondo alla questione.

Per esempio, su tutti, in questa fase non possiamo non ricordare che la nomina del Direttore Generale delle ASP (che a sua volta nomina il direttore sanitario e quello amministrativo), al netto dei requisiti previsti dalla legge, avviene per chiamata diretta. Ciò significa che ogni 3-5 anni il governo regionale opera una nomina (e/o conferma). E certo il dubbio che ciò avvenga non senza l’influenza del vento politico che soffia nelle stanze del potere, non è infondato. Certo è che non avviene in base ai criteri afferenti un pubblico concorso. Allora sì che avremmo la certezza che il nostro sistema sanitario sia interamente ed esclusivamente fondato sulla cura del cittadino. Vi sembra roba di poco conto?

Ma non c’è solo il Direttore Generale.

La reputazione dei nostri ospedali, per lo meno nel credo comune del siracusano medio, non ha mai raggiunto livelli altissimi. Da sempre. Non da quando è scoppiata l’epidemia del covid-19. Anche quando i direttori generali erano altri. Ma soprattutto, sono tante le altre figure (a tutti i livelli), che invece operano da anni all’interno del nosocomio aretuseo. E chi non ha una storia triste o rabbiosa da raccontare a riguardo?
E allora, vista la rinomata e scarsa nomea, non sarebbe piuttosto lecito chiedersi quali figure operano all’interno di un’Azienda Sanitaria Provinciale? Da quanto tempo? E come vengono nominate? Quali sono gli obbiettivi raggiunti negli anni dalle diverse figure che vi operano? Non sarebbe forse il caso di rivedere finalmente tutta la piramide, e non solo la punta?

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