25 aprile: Italiani più divisi che liberi

Potrebbe cadere il mondo, ma non il modo di pensare

Se qualcuno pensava che l’evento epocale che stiamo vivendo avrebbe potuto in qualche modo suscitare nell’animo dell’essere umano una nuova consapevolezza, lasciandosi alle spalle vecchi modelli in favore di un rinnovato sguardo al futuro…possiamo dirlo: si sbagliava di grosso. L’italiano in particolare, rimane tra i popoli “occidentali” più ottusi e divisi al mondo. Per lo meno all’interno dei propri confini.

E la festa della liberazione ne è testimonianza.

Ancora oggi, nel 2020, in questo giorno di festa nazionale assistiamo alla centenaria ed accesa contesa tra rossi e neri, sinistra e destra, comunisti e fascisti. Due modelli di dittatura che certo non bisogna dimenticare, ma che in qualche modo continuano a dividere le coscienze dell’italiano medio. A vantaggio di cosa non si è mai capito. A vantaggio di chi, invece, si capisce eccome: da decenni, uomini furbi e diabolici hanno fatto dell’uno o dell’altro ideale il treno sul quale salire per conquistare una poltrona politica. E con essa il potere e la ricchezza personali. A prescindere dal benessere o meno del popolo, certamente sono sempre riusciti a salvaguardare il proprio tornaconto.
E questo spirito divisivo, esistente a tutti i livelli, sia tra gli intellettuali che tra gli ignoranti, sia tra i politici che tra i civili, è lo stesso dello scorso anno, dell’anno prima, e dell’anno prima ancora. Non cambia. È vivo e vegeto, ancora oggi. Nonostante la pandemia abbia praticamente messo sotto sopra il mondo intero.

Passi che il popolo ignorante – quello ottuso, magari con qualche soldo in banca – non se le mandi a dire su facebook, trovando in esso la più idonea valvola di sfogo. Tra questi non vi si annoverano certo i padri di famiglia che non sanno cosa mettere a tavola.
Ma che in un momento così grave nemmeno i rappresentanti del popolo abbiano avuto un minimo di sussulto, un ripensamento, un “mettiamo da parte tutto questo, e facciamo quello che dobbiamo fare”, è davvero sconsolante.

Certo Almirante e Berlinguer ci credevano davvero. Ma non siamo del tutto convinti ch’essi oggi sarebbero entusiasti di vedere i loro ideali sbandierati da gente come Salvini, Meloni, Zingaretti o Renzi. Politici di professione all’italiana.

In tutto questo inutile marasma, resta la foto di copertina, con una bandiera americana sventolata per le vie di Siracusa. Forse è il simbolo più coerente della giornata, che non si discosta dalla realtà.

Ad ogni modo, siamo quasi certi di una cosa: il prossimo anno potremo fare copia e incolla di questo post, e riproporlo.

25 aprilefesta della liberazionesiracusa