Comizio Salvini: soliti slogan pro-contro. M5S grande assente.

Nulla di nuovo rispetto al solito copione. I 5 stelle disertano per non dare visibilità e non unirsi alla campagna di slogan.

Insomma, tanto fumo e poco arrosto. In cui a ingrassarsi è il solito circo mediatico di scarso livello, da una parte e dall’altra, in cui non ci sono vincitori. A parte i 5 stelle se vogliamo, i quali ufficialmente hanno disertato, per non dare eccessiva visibilità a chi probabilmente si è già scavato la fossa con le stesse mani, e per non unirsi a slogan ideologici vecchi di 70 anni, dai quali i “grillini” da sempre si tengono a distanza.

Certo siamo ben lontani dalle folle oceaniche dei comizi da 50 minuti di Beppe Grillo, quando le uniche forze dell’ordine presenti erano una o due pattuglie dei vigili urbani. Non esattamente la stessa folla per i 20 minuti di Salvini. Per i due terzi composta da contestatori, i quali accerchiavano il rimanente composto da forze dell’ordine e da elettori travestiti da fan. La lunga fila di questi ultimi per accaparrarsi un selfie sul palco, non ci è sembrata una scena apprezzabile. Ma è doveroso ammettere che il segretario della Lega gode di uno staff che sa come usare la rete e ottenerne visibilità.
Certo non era in cerca di visibilità la maglietta rossa che vedete in foto copertina, caduta in un profondo sonno sicuramente dopo una ricca bevuta, per nulla infastidita dagli scatti dei cellulari e dal fracasso dei suoi compagni. Scena che nel contesto ci appariva assai comica.

Eppure Salvini tra crocifisso e qualche frecciata ai contestatori, tante cose del suo repertorio le ha comunque condivise, come la necessità di bloccare chi specula sui migranti o rimandare al proprio paese chi non ha diritto di restare in Italia, così come chi tra essi compie reati. Tutte cose che il Governo Conte, di cui lui faceva parte in compagnia dei 5 Stelle, stava effettivamente realizzando, dal momento che su questi temi le due forze politiche sono sempre state concordi, al punto da sottoscriverli nel famoso Contratto di Governo. Ragion per cui, sotto questo profilo non può che considerarsi incoerente la sua decisione di porvi fine.

Ma per quanto comunicativo, a noi Salvini è sembrato di una debolezza mostruosa, essendosi spesso abbassato al livello dei contestatori, rispondendo alle loro provocazioni.

A tal proposito occorre rimarcare la completa assenza di 5 stelle siracusani tra i contestatori in piazza, a differenza di quanto narrato da alcune emittenti e giornali locali: scelta dovuta all’eccessiva visibilità di cui da sempre gode l’ex Ministro dell’Interno, soprattutto in tali occasioni. Spettacoli che i 5 stelle non vogliono certo alimentare, poiché considerati utili a realizzare trasmissioni televisive o a riempire la prima pagina dei giornali, da far condividere sui social.
E certo non potevano unirsi ai tanti slogan pro-immigrazione o al riecheggiamento di vecchie ideologie considerate dai “grillini” ormai superate e solo un mezzo per dividere la gente. Poiché in mezzo ai contestatori c’erano anche questi. Gli stessi che, per esempio, si sono sempre schierati contro il reddito di cittadinanza o a favore del TAV. Sarebbe stato imbarazzante.

E noi aggiungiamo: disturbare un comizio, accusato di essere “fascista”, è una forma di protesta che possa dirsi esemplare, impeccabile e democratica? Ci si può fidare ciecamente di chi grida “fascista” agli altri, e poi è il primo a voler oscurare un comizio? Chi stabilisce cosa è giusto e sbagliato? (quì le ns. riflessioni in proposito)

I contestatori, dicevamo. Si è parlato di una Siracusa unita, per una volta. Ma noi abbiamo visto altro: tante anime diverse. C’erano i meridionalisti convinti; c’erano gli anti-salvini a prescindere perché razzista; e c’erano quelli arrabbiati con lui per l’aver causato la crisi di un governo che stava facendo bene. Poco importa, il tam tam mediatico in qualche modo ha prodotto i suoi effetti. D’altra parte sembra evidente l’intenzione (supportata appunto dai media), delle due vecchie parti della politica italiana: innescare un confronto a due, dove per continuare ad esistere occorre che anche la parte “avversa” esista. Quali migliori occasioni.

In definitiva, siamo andati da osservatori, ma sembrava di stare allo stadio. Con l’eccitazione delle telecamere morbosamente affannate a riprendere le due parti urlanti, le quali lasciavano la piazza mischiandosi tra loro, senza farsi alcun male. In fondo è uno show, e deve continuare.

siracusa