Insomma, tanto fumo e poco arrosto. In cui a ingrassarsi è il solito circo mediatico di scarso livello, da una parte e dall’altra, in cui non ci sono vincitori. A parte i 5 stelle se vogliamo, i quali ufficialmente hanno disertato, per non dare eccessiva visibilità a chi probabilmente si è già scavato la fossa con le stesse mani, e per non unirsi a slogan ideologici vecchi di 70 anni, dai quali i “grillini” da sempre si tengono a distanza.
Certo non era in cerca di visibilità la maglietta rossa che vedete in foto copertina, caduta in un profondo sonno sicuramente dopo una ricca bevuta, per nulla infastidita dagli scatti dei cellulari e dal fracasso dei suoi compagni. Scena che nel contesto ci appariva assai comica.
Eppure Salvini tra crocifisso e qualche frecciata ai contestatori, tante cose del suo repertorio le ha comunque condivise, come la necessità di bloccare chi specula sui migranti o rimandare al proprio paese chi non ha diritto di restare in Italia, così come chi tra essi compie reati. Tutte cose che il Governo Conte, di cui lui faceva parte in compagnia dei 5 Stelle, stava effettivamente realizzando, dal momento che su questi temi le due forze politiche sono sempre state concordi, al punto da sottoscriverli nel famoso Contratto di Governo. Ragion per cui, sotto questo profilo non può che considerarsi incoerente la sua decisione di porvi fine.
Ma per quanto comunicativo, a noi Salvini è sembrato di una debolezza mostruosa, essendosi spesso abbassato al livello dei contestatori, rispondendo alle loro provocazioni.
A tal proposito occorre rimarcare la completa assenza di 5 stelle siracusani tra i contestatori in piazza, a differenza di quanto narrato da alcune emittenti e giornali locali: scelta dovuta all’eccessiva visibilità di cui da sempre gode l’ex Ministro dell’Interno, soprattutto in tali occasioni. Spettacoli che i 5 stelle non vogliono certo alimentare, poiché considerati utili a realizzare trasmissioni televisive o a riempire la prima pagina dei giornali, da far condividere sui social.
E certo non potevano unirsi ai tanti slogan pro-immigrazione o al riecheggiamento di vecchie ideologie considerate dai “grillini” ormai superate e solo un mezzo per dividere la gente. Poiché in mezzo ai contestatori c’erano anche questi. Gli stessi che, per esempio, si sono sempre schierati contro il reddito di cittadinanza o a favore del TAV. Sarebbe stato imbarazzante.
E noi aggiungiamo: disturbare un comizio, accusato di essere “fascista”, è una forma di protesta che possa dirsi esemplare, impeccabile e democratica? Ci si può fidare ciecamente di chi grida “fascista” agli altri, e poi è il primo a voler oscurare un comizio? Chi stabilisce cosa è giusto e sbagliato? (quì le ns. riflessioni in proposito)
In definitiva, siamo andati da osservatori, ma sembrava di stare allo stadio. Con l’eccitazione delle telecamere morbosamente affannate a riprendere le due parti urlanti, le quali lasciavano la piazza mischiandosi tra loro, senza farsi alcun male. In fondo è uno show, e deve continuare.